Le usanze e le leggi romane, come già menzionato, imponevano la sepoltura dei defunti all’esterno della città, quindi anche i cristiani seguirono la stessa tradizione. I primi cimiteri cristiani a Salona, però, vennero creati già nei tempi di clandestinità, quando la fede cristiana non ebbe diritto di professione, sui possedimenti privati fuori città come Kapljuč , Manastirine e Marusinac. Ivi sulle tombe appartenenti a eminenti membri della comunità cristiana, andò gradualmente sviluppandosi la venerazione delle loro spoglie, dunque dal desiderio dei cristiani di farsi seppelire più vicino possibile alle loro autorità, vennero formati i grandi cimiteri. Qui, sopra qualche cappela o memoriale, in cui fu sepolto un dignitario religioso, venivano costruite le grandi basiliche cimiteriali.
Manastirine devono il nome alla tradizione locale che negli antichi ruderi spesso vede le tracce e gli avanzi di monasteri (monasterium). Nella tradizione religiosa e nelle vite dei santi locali, questa località viene legata alla leggenda che descrive il trasferimento delle reliquie dei martiri di Salona Domnio (S. Dujam, patrono di Split) e Anastasio d’Acquileia (S. Staš) di Salona nella cattedrale di Split. Questa leggenda fu menzionata dall’Imperatore Constantino Porfirogeneto e l’arcidiacono di Split Toma. Nel cimitero di Manastirine furono sepolti i martiri Venancius, Domnio e Septimus.
Le rovine su questo sito hanno attirato l’attenzione degli studiosi di Salona. K. Lanza, primo direttore del Museo archeologico di Split, vi scavò 180 anni fa nelle vicinanze della chiesa di S. Dujam, situata vicino all’ingresso al sito archeologico. Suo figlio Franjo, che gli succedette nella direzione del museo, espose la prima descrizione dei ritrovamenti. In seguito, Manastirine vennero scavate da F. Carrara, poi da M. Glavinić che ne pubblicò le prime piante. F. Bulić vi organizzò il primo Congresso internazionale sull’archeologia paleocristiana nel 1894. L’archeologo austriaco R. Egger vi eseguì altresì gli scavi, tuttavia l’intera area non è stata finora completamente indagata, nemmeno dopo gli importanti scavi di revisione, nuovi ritrovamenti e intensive indagini addizionali eseguite da un gruppo di archeologi croati e francesi, guidato dal direttore del Museo archeologico di Split E. Marin e dal francese N. Duval.
Questo sito archeologico è particolarmente importante per la storia della chiesa essendo ivi sepolito Dujam, vescovo di Salona e martire, in seguito patrono di Split, ucciso durante le persecuzioni di cristiani sotto Diocleziano nel 304. I resti di molte cappelle cimiteriali con sarcofagi, sorte intorno alla sua tomba e di chiese erettevi a più strati, presentano oggi un’immagine archeologica piuttosto difficile a decifrare.